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Dopo più di 20 anni passati nello spazio la sonda Cassini sta per suicidarsi.

È infatti partito il conto alla rovescia: il 15 settembre la sonda scenderà in picchiata verso Saturno vaporizzandosi nell’atmosfera. Cassini per più di 17 anni ha studiato da vicino i suoi anelli e dallo scorso aprile ci ha fatto emozionare con voli radenti e tuffi, inviando informazioni preziosissime a Terra.

Ora per lei è arrivata la fine, il “Grand Finale”, come lo hanno battezzato i tecnici della Nasa. Un’uscita di scena gloriosa per una missione eccezionale, che ha alzato l’asticella delle missioni spaziali con i suoi voli intorno al gigante gassoso e i suoi satelliti.

A venti anni esatti dal lancio, Cassini si “suiciderà” con un ultimo tuffo, deciso a causa del’esaurimento del propellente che le serve per lavorare, e per evitare che la sonda vaghi nello spazio e posso contaminare i satelliti come Encelado con batteri portati dalla erra.


Succederà tutto in appena tre minuti. Secondo i calcoli della Nasa Cassini entrerà nell’atmosfera di Saturno 1.915 chilometri sopra le nubi dell’emisfero rivolto al sole, circa dieci gradi sopra l’equatore. Sfrecciando a una velocità di 113.000 chilometri all’ora, più di 30 al secondo.

Sballottato qua e là, dovrà usare tutta la sua potenza per continuare a comunicare con la Terra. Alla fine però, Cassini inizierà a ruotare con una serie di capriole interminabili. Sarà quello il momento in cui il suo segnale verso la Terra si interromperà:1.500 chilometri sopra le nubi di Saturno.

Trenta secondi dopo l’attrito con l’atmosfera comincerà a smembrarlo e in due minuti di lui non rimarrà più nulla. Bruciato come una stella cadente nel cielo opaco di Saturno.

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