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Arriva il reddito di inclusione

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Rel o reddito d’inclusione. Questo il nuovo strumento di contrasto alla povertà approvato dal Governo che sostituirà il Sostegno all’inclusione attiva (Sia) e l’Asdi, l’Assegno di disoccupazione.

La misura partirà il prossimo primo gennaio e consisterà in un assegno mensile di importo variabile dai 190 fino ai 485 euro in caso di famiglie molto numerose per una durata massima di 18 mesi. Per poterlo chiedere nuovamente sarà necessario che trascorrano almeno 6 mesi dall’ultima erogazione.

Beneficiarie della misura saranno le famiglie con un Isee non superiore ai 6mila euro, un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla prima casa, non superiore ai 20 mila euro e un patrimonio mobiliare massimo tra i 6 mila e i 10 mila euro a seconda del numero dei componenti del nucleo.

Priorità, almeno nella fase iniziale di introduzione, alle famiglie con figli minorenni o disabili, donne in stato di gravidanza o disoccupati over 55.

I potenziali beneficiari della misura dovrebbero essere circa 660 mila famiglie, di cui 560 mila con figli minori. Sul tavolo il governo ha messo 1,7 miliardi di euro destinati a crescere ad almeno 2 miliardi l’anno.

Lo strumento di accesso al beneficio sarà la carta Rei, dove verrà materialmente caricato l’importo. Si tratta di una carta con cui sarà possibile acquistare una serie di beni, utilizzabile anche come bancomat per prelevare fino alla metà dell’importo erogato mensilmente.

Una sorta di tessera annonaria come ai tempi della guerra. Dopo gli 80 euro, l’ennesima mancia per il popolo italiano che da brava pecorella applaudirà la misura. Una misura che renderà gli italiani poveri a vita (tanto a mantenerli ci penserà lo Stato) e che non risolverà i veri problemi del paese. Il popolo non si sfama con le tessere annonarie ma trovando un lavoro, in teoria dignitoso, alle persone.

 

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