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eutanasia-iniezione-suicidioEutanasia, testamento biologico, accanimento terapeutico, sono temi che sembrano all’ordine del giorno in campagna elettorale e quando esplodono vicende come quelle di Piergiorgio Welby e di Eluana Englaro, ma che poi giacciono negli scaffali del Parlamento senza mai essere inseriti nel calendario delle discussioni.

Cos’è L’Eutanasia?

L’eutanasia consiste nel porre fine alla vita di un paziente, consenziente e che ne ha fatto richiesta, per cui non ci sono speranze di guarigione o di vita degnamente vissuta secondo il personale intendimento. Si parla di Eutanasia passiva quando la morte del paziente avviene per sospensione di un trattamento necessario per mantenerlo in vita, mentre per quella attiva, invece, si intende la somministrazione di una sostanza letale a porre fine alla vita.

Cos’è il suicidio assistito?

Per suicidio assistito si intende il fine vita portato a termine attraverso l’assunzione autonoma del paziente di medicinali che, prescritti ovviamente da un medico, accelerano la morte del paziente stesso.

L’eutanasia è legale nei tre Paesi del Benelux (Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo), mentre il suicidio assistito è legale in Svizzera e in alcuni stati americani (Washington, Oregon, Vermont e Montana).

Tra le cliniche elvetiche ce n’è una a Paradiso, Lugano (70 km da Milano). Secondo quanto riferito da Emilio Coveri, presidente dell’associazione Exit Italia, sono circa 3 al mese gli italiani che vanno in Svizzera per porre fine alle loro sofferenze.

Testamento biologico

La questione del Testamento Biologico viene erroneamente mescolata con l’eutanasia. La dichiarazione anticipata di volontà sui trattamenti sanitari (più comunemente conosciuta come testamento biologico) è un documento in cui indicare a quali terapie ricorrere e soprattutto quali trattamenti rifiutare quando si è incapaci di comunicare espressamente e direttamente il proprio volere.

Non è che un’estensione dell’articolo 32 della Costituzione secondo cui il diritto alle cure comprende anche il diritto a interromperle. Questo significa, per chi decide di compilare il proprio testamento biologico, poter comunicare anche l’intenzione di ricevere tutte le cure possibili fino all’ultimo respiro.

In Italia, nonostante i numerosi tentativi, questi temi vengono lasciati nel limbo.
Si potrebbe pensare che ciò sia dovuto al forte peso ella religione cattolica nel nostro Paese, ma questo è vero solo in parte se si pensa che, già dal 2009, la Conferenza Episcopale Tedesca si è espresse a proposito del tema della “dolce morte”.

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